Villar Perosa in poche righe ...
Villar Perosa in poche righe...
Studi scientifici ritengono che nella preistoria Villar Perosa fosse ricoperta da un lago ghiacciato e chiuso da una morena fatta di detriti. E' situata a sinistra del Chisone, a 1 km. da Pinerolo.
Successivamente il clima cominciò a mitigarsi e il ghiaccio iniziò a sciogliersi. L'acqua fece crollare la diga naturale e le acque del lago si dispersero. In quegli anni tranne i leoni (così raccontano le filastrocche e i canti) non abitava nessuno. Nel fondo valle oltre il Chisone non c'era nulla. Poi a poco a poco Villar (498m) si inserì nella storia della valle. Il territorio collinoso e montuoso, ma fertile, è coltivato a cereali, viti, alberi fruttiferi, faggi, querce, carpini, ontani, castagni. Ci sono cave di gneiss e di grafite a grana fina. L'economia è basata sull'industria che riguarda l'industria dei cuscinetti a sfere ed a rulli. Il colle di Pra Martino (916 m), base per escursioni ai monti Pianas (1042 m) e Rocciacotello (1035 m), è frequentata località estiva.
Durante molti secoli e fino all'inizio del XIX sec. Il villaggio originario era costituito da piccoli borghi situati sulla parete alta della collina verso Pra Martino da dove si poteva godere quasi tutta la giornata il beneficio del tiepido sole di montagna. Successivamente, dal 1906 in avanti, in contemporanea con la costruzione dello stabilimento RIV, iniziò la costruzione della parte bassa del paese, vicino al Chisone, delle case per gli operai e per i cittadini che intendevano usufruirei più comodità (il villaggio di Agnelli).
Attualmente Villar Perosa è suddiviso in 5 quartieri: il borgo del Fumo, quello dei Nobili, del Municipio, dei Russi e il borgo di Sopra, in cui si trova la nostra chiesa. L'avvenimento più importante di questo secolo fu il bombardamento del 3 gennaio 1944 che distrusse lo stabilimento e le case vicine; qualche bomba sfiorò la nostra amata chiesa che per l'occasione era stata mimetizzata. Tutta la popolazione si salvò grazie ai rifugi che erano stati costruiti in seguito alle continue incursioni nemiche. Lo stabilimento distrutto venne ricostruito a forma di aereo. Così decise Giovanni Agnelli in ricordo del figlio Edoardo morto di un incidente aereo nel 1935. L'edificio di maggior pregio architettonico di Villar, oltre la chiesa in questione, è la signorile villa Agnelli, detta "il Castello" ultimata nel 1718, con il suo bellissimo parco, prezioso per le rare piante di agrumi (cedrate, melerose, e bergamotti) ornato con diligenza con lusso di viali fronzuti e giochi d'acqua.
Era in origine una villa da caccia situata sul pendio di Pra Martino, fatta costruire o ricostruire dal conte Giuseppe Piccon, signore della Val Perosa, modificando una preesistente cassaforte medioevale, di cui rimane ancora nel giardino una torre.
Mancano notizie precise sul progettista, si parla di Filippo Juvarra, nulla è sicuro, ma è probabile che egli abbia fornito qualche disegno di rifacimento o ampliamento della precedente costruzione. La facciata è molto simile al castello di Madama Reale a Torino. Nel 1758 la villa assieme ai suoi 400 iugeri di terreno venne ceduta a Giovanni Gamba di Maretto, che l'abbellì con stucchi, pitturi ed arredi lussuosi, poi passò ai Turinetti di Priero. Fu meta frequente del re Carlo Emanuele III durante le sue battute di caccia. Nel 1853 la bella villa fu infine acquistata dalla famiglia Agnelli che l'ampliò ed abbellì ulteriormente Villar Perosa, comune nel Piemonte, formato dal capoluogo e frazioni, provincia di Torino, circondario, distretto militare, collegio elettorale, diocesi di Pinerolo, mandamento di Perosa Argentina; la popolazione, la censimento del 1951, contava 2852 abitanti.
Il Gonfalone e l'Arma
Gonfalone: Drappo tagliato di giallo e di azzurro caricato dell'Arma sopra descritta ed ornato di ricchi fregi d'argento. Lo stemma studiato dall'Amministrazione Civica ricorda nel ramo di mele il gustoso frutto che nel Comune è da sempre abbondantemente coltivato; nelle sbarre rosse e d'oro i colori dell'area Occitana di cui Villar Perosa è parte; nelle lettere V e P le iniziali del Comune; nella stella la proiezione ben augurante per la nostra terra.
Arma: Tagliato: nel 1º d'azzurro, al ramo di mele in sbarra fruttato in quattro, poste due a due inferiormente, fogliato di otto, quattro superiormente quattro inferiormente, le prime tre foglie (due superiori e una inferiori) in corrispondenza delle prime due mele le altre cinque (due superiori e tre inferiori) in corrispondenza delle altre due mele; nel 2º sbarrato di rosso e di oro caricato dalle lettere V e P in caratteri capitali romani sormontante da una stella, raggiata di cinque, il tutto d'argento.